Salvador Ramos, diciottenne texano, ha ucciso 21 persone delle quali 18 bambini, durante una sparatoria avvenuta ieri 24 maggio, nella scuola elementare di Uvalde.
Il centro si trova nella zona rurale del Texas, è il massacro è il numero 200 dall’inizio dell’anno. I fatti sono stati ricostruiti così: Ramos ha dapprima ucciso la nonna e poi, armato di fucile e giubbotto antiproiettile, ha raggiunto la scuola. Poco prima di arrivare a destinazione ha avuto un piccolo incidente; tuttavia, è riuscito ad arrivare, superare il blocco di alcuni agenti, entrare nel plesso scolastico e sparare nelle classi. L’omicida è poi stato bloccato e ucciso dalla polizia.
Tralasciando i commenti politici, che pure sono necessari a puntualizzare i tentativi fatti sia da parte dell’ex presidente Obama che da quello in carica Biden, per regolamentare la vendita di armi, va posta grande attenzione all’uso dei social, che spesso vengono usati da questi assassini per propagandare anticipatamente le stragi.
Sembra infatti che Ramos avesse postato su Instagram dei selfies con i due fucili che aveva acquistato per festeggiare il suo diciottesimo compleanno. Tutto questo si è svolto a dieci giorni di distanza dal massacro di Buffalo: anche qui un diciottenne suprematista bianco ha aperto il fuoco in un supermercato uccidendo 10 persone, e trasmettendo tutto in diretta sulla piattaforma streaming Twitch, grazie alla telecamera che aveva montato sull’elmetto.
Due adolescenti, due stragi, decine di morti e la spettacolarizzazione pornografica della morte tramite i social. Pensiamo davvero che non ci sia stato chi abbia assistito a questi massacri come se fossero snuff movies? Quello che resta è il dolore di chi ha perso i suoi cari anche a causa di una legge che non si vuole promulgare, in nome degli intrichi tra politica e economia, e specialmente in previsione delle elezioni di medio termine.
(25 maggio 2022)
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