Anthony Broadwater ha avuto la colpa di essere afroamericano e di assomigliare, probabilmente, allo stupratore della scrittrice americana Alice Sebold. Grazie a questo mix fatto di pregiudizi e di scarsa capacità investigativa – tanto è un negro e quindi colpevole a prescindere – ha passato in carcere 16 anni da uomo innocente, per vedersi riconosciuto non colpevole dopo 40 anni, lo scorso 1 dicembre. La sua magra consolazione sono state le scuse della scrittrice, che all’epoca della violenza aveva 18 anni ed era convinta che Broadwater, incontrato in strada per caso, dopo qualche mese dai fatti, fosse l’uomo che l’aveva violentata. Parliamo del 1981, dove neanche nei sogni più rosei dei progressisti sarebbe stato possibile pensare ad Obama come Presidente degli Stati Uniti o al processo per l’omicidio del nero George Floyd e alla nascita del movimento Black Lives Matter.
Quali sono i limiti delle norme di contrasto alla violenza di genere, e come fare per appurare che questa violenza sia stata agita davvero e da chi viene accusato?
Alla domanda si può rispondere che esistono dei protocolli medici che vengono seguiti scrupolosamente, e dei test che vengono fatti per risalire al DNA dell’abusante. E fin qui tutto bene perché, appunto, dimostrabile. I limiti legali vengono stabiliti da apposite leggi e quindi, anche loro, seguiti alla lettera. E allora come mai succedono i casi alla Anthony Broadwater?
Premesso che gli errori giudiziari esistono e, sebbene riconosciuti, non restituiscono gli anni passati dietro le sbarre o il disprezzo subito da questi uomini da parte della società, in quanto marchiati di infamia quali violentatori, va fatta molta attenzione nell’accusare e processare gli imputati, soprattutto se i fatti di cui si sono resi colpevoli risalgono a molto tempo prima. La professionalità di tutte le parti in causa è basilare per la formulazione di un giudizio equo, tuttavia…
E qui si tocca un argomento spinoso: la manipolazione della violenza di genere. Perché il lato oscuro del fenomeno esiste eccome, e le attrici sono donne incattivite verso i loro compagni, che puniscono togliendo loro i figli o usandoli contro di loro; sono donne respinte che si trasformano in stalkers; sono quelle che denunciano una violenza sessuale per vendicarsi del proprio ex e lo trascinano in tribunale. Sia chiaro: con questo non intendo dire che la violenza sulle donne non esista o che le donne non abbiano tutte le ragioni per essere profondamente arrabbiate contro chi le ha vessate e abusate. Tuttavia, bisogna che questi fenomeni di manipolazione vengano alla luce perché succedono, e soprattutto bisogna ricordare che la violenza di genere nasce dalla violenza in senso generale, ossia dal voler ottenere qualcosa con le buone o con le cattive, che sia verso una donna o verso un uomo.
E per par condicio, bisogna pur dire che a sostegno della provata innocenza di Broadwater, non è stato indetto alcun corteo. E’ tornato un uomo rispettabile nel più assoluto silenzio.
(16 dicembre 2021)
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